Addio a Gabo e Mercedes by Rodrigo García

Addio a Gabo e Mercedes by Rodrigo García

autore:Rodrigo García [García, Rodrigo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-01-10T12:00:00+00:00


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L’amico della Colombia è già atterrato, ma io non lo scopro finché non suona il campanello e mi avvisano che è qui, al piano di sotto. Scendo da basso, mi dirigo svelto verso la cucina e quasi gli finisco addosso; senza nemmeno salutarlo come si deve dico tutto d’un fiato che mio padre è morto. È uno dei sodali storici di mio padre, e l’ho preso alla sprovvista. È sconvolto e senza parole e gli si velano gli occhi, come se in pochi secondi ripercorresse dentro di sé una vita di amicizia. Mi dico che devo essere proprio stanco e teso per dare la notizia con tanta goffaggine, e che devo fare di meglio.

Arriva anche l’amica che sta rientrando dalle vacanze, e finalmente mia moglie atterra e mi chiama dall’aereo. La avverto, e la sua tristezza mi commuove, al punto che non riesco a parlare con le mie figlie. Voglio aspettare finché non le vedrò di persona.

Chiamo un po’ di amici e parenti, e ogni telefonata è più difficile della precedente. È un gruppo che era stato tenuto al corrente degli sviluppi della situazione, quindi nessuno è sorpreso, ma tutti ammutoliscono, o quasi. È più un vuoto che un silenzio. La maggior parte di loro ha il compito di avvisare altre persone e si dispone a farlo senza particolari commenti. L’agente che ha seguito mio padre per quasi cinquant’anni dice solo: «Qué barbaridad», e lo dice come se parlasse di cose che a questo mondo sono sempre state impossibili ma alla fine sono avvenute. Mi pare quasi di vedere il suo viso, gli occhi chiusi, assorbita nell’idea di ciò che è accaduto, nel tentativo di scendere nelle profondità di sé, dove l’inimmaginabile potrebbe gradualmente diventare reale. «Qué barbaridad» ripete. «È spaventoso.» Poi riattacchiamo. Percepisco una reazione simile in molti degli amici storici di mio padre. Al di là della tristezza c’è l’incredulità che un uomo così espansivo, così esuberante, perennemente inebriato di vita e delle fatiche dei vivi, si sia spento.

Mi siedo per fare le telefonate ai media che avevamo concordato, ma raggiungere i direttori di questo o quell’organo di stampa nel tardo pomeriggio del Giovedì Santo in Paesi cattolici si rivela impossibile. La circolazione delle notizie è lenta quasi quanto alla vigilia di Natale, quindi tutti sono via fino a lunedì. Siamo impazziti come leoni in gabbia, a girarci i pollici per quasi due ore, prigionieri della notizia che tutti si aspettano che comunichiamo, e ora non c’è nessuno a sentirla. Alla fine, chiediamo all’amica appena tornata dalle vacanze con la famiglia, che è un personaggio radiofonico con un grande seguito, di annunciare la morte di mio padre sui social media. È questione di pochi minuti prima che i telefoni di casa e i cellulari inizino a squillare, e il numero di giornalisti, ammiratori e agenti di polizia davanti all’ingresso si moltiplichi.



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